Il video musicale che ha fatto storcere il naso ai Russi ortodossi

Leningrad (in russo  Ленинград), conosciuti anche come Gruppirovka Leningrad o Bandformirovanie Leningrad, sono un gruppo ska punk russo fondato a San Pietroburgo ( ex Leningrado) da Sergey Shnurov.

Spesso al centro dell’attenzione per testi e video dissacranti, hanno, con uno dei loro ultimi lavori (2019), alzato sicuramente l’asticella.

Ogni commento sarebbe superfluo, non vi resta che guardare: “Ленинград — i_$uss”

Mercato libero luce e gas: a pensar male…

Sempre più frequentemente i clienti di forniture energetiche lamentano un’insistente attività di pubblicità aggressiva sia telematica che tramite porta a porta messa in piedi dalle diverse società di multiutilities che operano nel mercato libero.

La maggior parte delle volte il consumatore incalzato dalla dialettica dei vari addetti di turno si ritrova a cambiare contratto accettando probabilmente delle offerte meno vantaggiose rispetto al contratto in essere.

Questo esagerato “cannibalismo” messo in atto tra i vari concorrenti sembra quasi fuori da ogni logica, con contratti che molte volte durano appena un anno prima di essere vittima di cambio gestore; eppure una logica dietro c’è ed andremo ad analizzarla brevemente.

Molte delle società presenti sul mercato sono anche quotate in borsa e ovviamente per quanto sia bella la favola della concorrenza, questi giganti dell’energia non potrebbero permettersi di veder traghettare verso altri lidi un grosso numero di utenze, rischiando altrimenti perdite non solo di fatturato ma anche di valore azionario.

In questo circuito trovano spazio le innumerevoli agenzie che hanno mandato diretto per acquisire o far rientrare clienti; queste stesse agenzie, ovviamente, una volta acquisite, per esempio, tutte le utenze di una città vivrebbero una situazione di stallo non avendo motivo di esistere ed è qui che troverebbe ragione il seguente meccanismo: il cliente abbandona il precedente gestore, da quel momento l’agenzia “X” che ha portato a termine la pratica per la compagnia “A” potrebbe, in teoria, passare i dati ad un’altra agenzia che chiameremo “Y” e che opera per la compagnia “B”, comunicando che il cliente è una persona disponibile al cambio di fornitura e sensibile ad offerte particolarmente allettanti dal punto di vista economico o da quello dei servizi offerti; stessa cosa poi potrebbe fare “Y” verso “X”, anche perchè, ricordiamolo, le agenzie sono entità distinte rispetto alle aziende fornitrici; a pensare male “X” ed “Y” poi, potrebbero addirittura far capo ad uno stesso gruppo di agenti che in questo modo non farebbero altro che macinare provvigioni su provvigioni (solitamente tra i 50 e i 100 euro per contratto) mantenendo però il mercato sempre in equilibrio e non facendo perdere quote di mercato alle società (A e B) dalle quali hanno avuto mandato.

Ovviamente per l’azienda energetica le provvigioni hanno un costo, ma alla luce del ragionamento appena fatto è sicuramente un costo più che sostenibile per evitare che concorrenti più piccoli vadano ad erodere il mercato di riferimento, difesa della propria fetta appunto possibile grazie a questo martellante modus operandi. Raggiungono poi numeri tendenti all’infinito le polemiche per la disonestà di moltissime di queste agenzie, ragion per cui le pratiche sopra descritte e immaginate seppur figlie di un generale senso di sfiducia verso il sistema non sembrerebbero così tanto lontane ed avulse dalla realtà.

Upload, benvenuti a Lakeview!

Quella linea sottile tra finzione e realtà

La prima stagione di Upload, serie televisiva creata da Greg Daniels, è stata pubblicata il 1º maggio 2020 su Amazon Prime Video. Dopo una settimana dalla pubblicazione, Amazon Studios ha rinnovato la serie per una seconda stagione disponibile probabilmente nel 2021.

La serie ha incassato i complimenti del pubblico anche se non sono mancate critiche riguardo uno sviluppo troppo poco elaborato della trama.

Serie leggera che strizza l’occhio a commedia, sci-fi e con una mai esagerata dose di romanticismo, regala allo spettatore delle pesantissime critiche alla società moderna.

L’ambientazione futuristica (ma non troppo), la presenza di differenti piani esistenziali (mondo dei “vivi” e mondo dei “morti”) e i pochissimi riferimenti al mondo reale esterno se non tramite le situazioni prettamente personali di alcuni personaggi, sono stati i principali artifici capaci di celare sotto ad un mantello distopico quello che ormai per molti è il dramma di inizio millennio, ovvero una costante “derealizzazione” dell’Io reale verso modelli e stereotipi sociali preconfezionati e mercificati. Partendo da questa prospettiva ecco che personaggi e situazioni assumono la loro vera connotazione: il meraviglioso “mondo dei morti” in cui si accede tramite disintegrazione della testa (metafora profondamente evocativa) altro non è che la rappresentazione della vita quotidiana dell’uomo moderno dematerializzata e trasferita sui canali telematici (pensiamo ai social media). Il protagonista viene intrappolato in quel mondo da entità che non credeva essere minaccia ma opportunità: internet come le AI sono un mezzo potente, un’energia che se incanalata positivamente potrebbe stravolgere gli attuali schemi di potere, e ciò ovviamente viene ostacolato da chi quel potere lo detiene; esemplificativo in questo senso è il ruolo della fidanzata e della potente famiglia, monopolista in quel settore, che senza alcuno scrupolo imprigiona il malcapitato. In quella prigione dorata finirà la fidanzata stessa, vittima anch’ella della visione distorta della realtà caldeggiata dai suoi stessi familiari (familiari che potremmo considerare essere gli attuali Giganti del web).

Infine non manca l’ormai diffusissima assistenza clienti a distanza, la sala controllo appare infatti come un call center dei giorni nostri (o più in generale un insieme di postazioni di telelavoro); in questo senso l’angelo custode è una persona che riconosce la condizione del proprio cliente di uomo snaturato e ormai orfano dei contatti umani (morto), ma che allo stesso tempo riconosce che proprio grazie a ciò quel lavoro (il suo) ha ragione d’esistere (questa condizione non fa che creare nell’operatrice un sentimento quasi di tenerezza nei confronti dell’assistito ma di impotenza verso il sistema costituito). In quest’ottica pensiamo a come l’e-commerce sia stato capace di cancellare il rapporto umano che intercorreva tra cliente e venditore e come ormai tutto si riduca ad una valutazione post vendita sia di merci che di persone (il famoso ranking). Una volta dentro, poi, sarà una tortura non avere “giga” disponibili (qualcuno che ci sia vicino), questo perchè davanti all’essenziale ci si renderà conto del rovescio della medaglia di quel mondo idilliaco e che in quell’inferno probabilmente sarebbe stato meglio non entrare. Benvenuti a Lakeview!

Israele e India sempre più vicine

India e Israele firmano un patto per collaborare all’innovazione tecnologica

Il programma mira a riunire aziende e startup israeliane e indiane per collaborare a progetti innovativi, ha affermato in una nota l’ambasciata di Israele in India.

Il Memorandum è stato firmato dal Prof. Eugene Kandel, CEO di Start-Up Nation Central (Gerusalemme) e Anupam Jalote, CEO di iCreate (Ahmedabad).

Il dottor Ron Malka, ambasciatore di Israele in India e Yaakov Finkelstein, console generale di Israele hanno partecipato all’incontro del 22 Settembre a Mumbai, mentre il professor Vijay Raghavan, principale consigliere scientifico del governo indiano si è unito tramite videoconferenza.

Secondo le dichiarazioni, iCreate (India) e Start-Up Nation Central (Israele) avvieranno un programma di accelerazione online unico per la penetrazione del mercato indiano.

Il programma definirà una serie di sfide le cui soluzioni saranno adottate in India tramite un meccanismo di matchmaking che sarà sviluppato sfruttando le reti di entrambi i paesi per supportare il processo di adattamento.

L’ambasciata Israeliana ha osservato che i crescenti legami Israele-India si sono sviluppati in una partnership strategica negli ultimi anni e rafforzati durante la pandemia da Covid-19; i due paesi hanno collaborato a una serie di joint venture come l’operazione “Open Skies” con l’integrazione di attrezzature mediche e tecnologie israeliane negli ospedali indiani.

Le dichiarazioni

L’ambasciatore israeliano ha dichiarato: “Oggi chiudiamo un cerchio. Un processo che è iniziato nel 2018 quando il PM Modi e il PM Netanyahu hanno inaugurato questo importante incubatore, iCreate, e ora, due anni dopo, stiamo firmando, proprio dove si trovavano, un Memorandum d’intesa sull’innovazione tra Start-Up Nation Central di Israele e iCreate dell’India. Questo accordo è una pietra miliare importante nella crescente collaborazione innovativa tra Israele e India ed è in linea con le visioni dei primi ministri. Israele ha il maggior numero di startup pro capite al mondo e l’India è la principale destinazione per l’innovazione in Asia.

“Insieme, entrambi i paesi continuano a formare partnership e collaborazioni nel campo della tecnologia e dell’innovazione per risolvere una serie di problemi globali come Covid 19, energia rinnovabile e altro, implementando tecnologie di ultima generazione come AI, analisi dei big data e progettando le tecnologie del futuro”, ha aggiunto.

Il Prof. Eugene Kandel, CEO di Start-Up Nation Central, ha definito la firma del memorandum un passo importante nella realizzazione del potenziale delle relazioni India-Israele nel campo delle tecnologie innovative.

“Sono fiducioso che questa partnership aprirà la strada a più startup israeliane per collaborare con organizzazioni e aziende indiane per sviluppare e implementare tecnologie israeliane all’avanguardia che soddisfano le esigenze più urgenti dell’India e del mondo”, ha detto Kandel.

Il Memorandum è stato firmato dal Prof. Eugene Kandel, CEO di Start-Up Nation Central e Anupam Jalote, CEO di iCreate.

Sanjeev Kumar Singla, ambasciatore Indiano in Israele ha partecipato in videoconferenza.

“University of the People”, laurearsi a costo zero (quasi)!

University of the People (UoPeople) è un’università telematica americana non-profit che offre corsi sia per lauree di primo livello che di secondo livello (master) legalmente riconosciute.

 

Fondata dall’imprenditore Shai Reshef nel 2009 oggi UoPeople (https://www.uopeople.edu) conta oltre 44000 studenti iscritti da tutto il mondo e diversi Degree Programs; il programma più completo è sicuramente quello in Business Administration che comprende tutti i livelli di istruzione superiore, da Associate’s Degree, passando per Bachelor’s Degree e permettendo di conseguire anche un Master’s Degree (MBA); non mancano comunque altri indirizzi che permettono di conseguire un Bachelor’s Degree, in particolare Computer Science e Health Science.

Per iscriversi basterà inviare telematicamente copia tradotta certificata dei propri documenti (è possibile utilizzare servizi come questo: https://rushtranslate.com/certified-translation), pagare una quota di iscrizione di circa 60 euro e scegliere in base alla propria situazione economica se contribuire al 100% o al 50% alle quote per sostenere i singoli esami; non esiste infatti una retta annuale da pagare ma un contributo per ogni esame sostenuto che varia dai 50 dollari se economicamente svantaggiati ai 100 dollari se si sceglie di contribuire in misura maggiore (N.B. non viene chiesta alcuna certificazione riguardo al reddito, il pagamento in misura maggiore è una libera scelta che aiuta a sostenere l’intera iniziativa).

Le lezioni (video) seguono regolare calendario didattico, tutto il materiale di studio viene fornito gratuitamente e gli esami sono sostenuti tutti telematicamente alla presenza di un testimone che è possibile designare durante la sessione di esami e che non deve essere un parente o convivente.

Veniamo ai costi: per un bachelor’s degree (l’equivalente di una laurea triennale in Italia) si sostengono circa 40 esami per un costo di circa 2000 dollari (meno di 2000 euro) scegliendo di pagare il minimo.

Tutti i corsi sono ovviamente in inglese!

Il Messico si prepara a legalizzare la marijuana

In termini di popolazione diventerebbe il più grande mercato legale del mondo

Il Messico è sul punto di legalizzare l’uso ricreativo e la commercializzazione della marijuana.

La Corte Suprema (SCJN), che ha stabilito che le leggi che vietano l’uso di marijuana sono incostituzionali, ha concesso ai legislatori fino al 15 dicembre per redigere una nuova legislazione per l’uso ricreativo della marijuana.

Ricardo Monreal, leader del partito al governo Morena al Senato, ha detto all’agenzia di stampa Reuters che si aspettava che una legge che legalizzasse l’uso ricreativo dell’erba e che consentisse alle società private regolamentate di venderla fosse approvata prima di dicembre.

Ha predetto che Morena, partito alla guida della coalizione di maggioranza, difficilmente avrà problemi ad approvare la legge che, secondo lui, renderebbe legale il trasporto di una “certa quantità” di marijuana.

I cannabis cafè in stile olandese non saranno consentiti, almeno inizialmente, ma lo sarà la vendita di marijuana presso “centri di vendita e distribuzione” privati ​​e strettamente regolamentati, ha detto Monreal.

Il Senato è diviso sull’opportunità di consentire la coltivazione industriale della canapa per prodotti come cibo, vestiti e materiali da costruzione, ha detto, perché c’è opposizione da parte delle industrie esistenti.

Miguel Ángel Navarro, senatore di Morena e presidente del comitato sanitario, ha riconosciuto che i legislatori non hanno altra scelta che legalizzare l’uso ricreativo della marijuana entro dicembre. 

Navarro ha detto al quotidiano Milenio che i membri delle commissioni di salute, giustizia e studi legislativi del Senato si riuniranno nei prossimi giorni per tracciare il percorso verso la legalizzazione.

Senatori di diversi partiti, tra cui Miguel Ángel Mancera del Partito della rivoluzione democratica e Jesusa Rodríguez del partito del Movimento dei cittadini, hanno indicato nelle ultime settimane di sostenere la legalizzazione dell’uso ricreativo e della commercializzazione della marijuana.

Navarro ha detto che ci sono differenze di opinioni che devono essere risolte per quanto riguarda questioni come la quantità di marijuana che una persona può legalmente possedere e coltivare per scopi ricreativi, ma ha espresso la fiducia che sarà raggiunto un accordo.

Secondo un rapporto di Reuters molti uomini d’affari messicani si stanno preparando da anni per la legalizzazione della coltivazione della marijuana e per la sua vendita ai consumatori.

In termini di popolazione, il Messico diventerà il più grande mercato legale del mondo una volta approvata la legge, il che significa che ci saranno molte opportunità di crescita economica per le aziende di cannabis.

Grandi attori nell’industria della marijuana legale, tra cui Canopy Growth canadese e The Green Organic Dutchman e una divisione della Medical Marijuana Inc. della California, hanno detto a Reuters di essere interessati sia al settore della marijuana medica che a quello ricreativo. La marijuana medicinale è stata legalizzata nel 2017, ma le regole per il settore non sono state delineate fino a luglio e anche se non ancora in vigore lo saranno presto.

“Ci aspettiamo di creare posti di lavoro e entrate per il governo. Pensiamo che potrebbe davvero aiutare la nostra economia ” afferma Guillermo Nieto (imprenditore e sostenitore della legalizzazione) “La prima cosa che accadrà è che nessun messicano andrà in prigione a causa di questa pianta” ha detto, “Così vincono tutti.”

Fonte: mexiconewsdaily.com

Iran, nuovi impianti di perforazione

Con l’accelerazione dei negoziati da parte della National Iranian Oil Company, sono stati firmati contratti di locazione per 16 impianti di perforazione onshore relativi al mantenimento e all’incremento della produzione petrolifera.

Lunedì 5 ottobre sono stati firmati accordi di locazione per 16 impianti di perforazione onshore tra la National Iranian Drilling Company e gli appaltatori della seconda fase di un ampio progetto di aumento della produzione di petrolio.

Reza Dehghan, Vice Ministro dello Sviluppo della National Iranian Oil Company, ha affermato a margine della cerimonia della firma che l’accelerazione dell’attuazione della seconda fase del progetto di aumento della produzione era di primario interesse per il Ministero del petrolio.

Ha continuato: “Con un follow-up continuo e intense trattative di due mesi, si è deciso di finalizzare i contratti relativi al noleggio di impianti di perforazione tra la National Iranian Drilling Company e cinque società private attive nel campo della perforazione per non interrompere la tempestiva attuazione dei progetti”.

Dehghan ha dichiarato che questi contratti sono stati firmati tra la National Iranian Drilling Company e cinque società globali Petrotech Kish, Tenko, Pasargad Energy Development, Petro Iran Development e Qeshm Oil and Energy Industries Company, aggiungendo: “Firmando questi contratti, 16 impianti di perforazione della National Drilling Company aumenteranno la produzione di petrolio nei giacimenti Siahmakan, Zeilaei, Mansourabad, Ahvaz 1 e 4 e Maroon 5 e 12.

Dehghan ha espresso l’auspicio che il numero di contratti firmati per l’attuazione di progetti di manutenzione e aumento della produzione di petrolio raggiunga quota 30 entro la fine dell’anno.

Come il vino russo conquista l’Europa

L’elenco dei paesi a cui viene fornito vino dal Krasnodar continua ad espandersi. Ad esempio verrà inviato per la prima volta in Finlandia. Nuove leggi nel campo della viticoltura, misure di sostegno regionale e un progetto di sviluppo delle esportazioni nazionali hanno svolto un ruolo significativo in questa crescita.

Sei aziende del territorio del Krasnodar si sono battute per la possibilità di espandere l’offerta di vino in Europa, in particolare in Finlandia.
I negoziati sulle forniture alla Finlandia erano in corso da molto tempo a causa di alcune restrizioni sulle bevande alcoliche con gradazione superiore a 5,5 gradi.

Va notato che la Krasnodar Territory Development Corporation ha contribuito a trovare una soluzione positiva a questo problema.

Secondo i dati ufficiali l’interesse dei partner stranieri per i prodotti russi non è diminuito nemmeno durante la pandemia e le relative restrizioni. Rispetto a gennaio-agosto dello scorso anno le esportazioni sono aumentate del 17%, ovvero 212,3mila decalitri di vino.

Questi numeri sono possibili grazie al progetto nazionale “International Corporation and Export”, che punta ad un aumento del commercio estero di vino a 445mila decalitri (7,4 milioni di dollari USA). Tali piani sono validi fino al 2024.

Risultati già raggiunti

Un indicatore importante dello sviluppo in questa direzione nel territorio del Krasnodar è la quota dei vigneti, che su scala nazionale supera il 30%. L’espansione del terreno è in corso dal 2015. Il governo ha più volte sottolineato la presenza di tutte le condizioni, per prime quelle naturali, per puntare sulla viticoltura, ed ecco sviluppare un sistema di misure a sostegno del settore. In soli 5 anni, la regione ha stanziato più di 2,3 miliardi di rubli per lo sviluppo della vinificazione e della viticoltura nel territorio.

Annualmente si nota e si registra un aumento della superficie vitata. Se cinque anni fa si trattava di un aumento di circa 1200 ettari, ora sono già 1700 ettari (media annua). Sullo sfondo di tali dinamiche, aumenta anche la produzione lorda di uva: da 177mila tonnellate a 215mila tonnellate (+ 22%).

Se parliamo di produzione diretta, il Krasnodar produce il 43% di vino e il 36% di spumanti del Paese, il che consente l’occupazione della prima posizione in questo indicatore. Allo stesso tempo vengono utilizzate le proprie talee per la coltivazione con l’apertura nel 2017 di un vivaio nel distretto di Temryuk; ciò permette la quasi indipendenza dalle importazioni .

I dati degli ultimi cinque anni mostrano che la capacità dei complessi di innesto è aumentata da 2 milioni di piantine a quattro milioni. Il territorio è autosufficiente per circa l’80%. Allo stesso tempo, continua anche l’espansione in questa direzione con la creazione di un altro vivaio con una capacità di un ulteriore milione di piantine.

Secondo i piani, entro il 2022 i vivai garantiranno il 95% delle piantine necessarie all’impianto di nuovi vigneti.

Ricordiamo che la nuova legge sul vino definisce e fissa i requisiti per l’individuazione dei terreni idonei alla viticoltura, e stabilisce anche una serie di condizioni per la vendita dei prodotti finiti a tutela del consumatore.

Esportazioni in crescita

Negli ultimi cinque anni l’export è quintuplicato, arrivando a 357mila decalitri per il 2019.

Alla fine dello scorso anno risultano esportazioni a 19 paesi esteri; 15 aziende della regione sono impegnate nell’esportazione con le prime diecimila bottiglie del prodotto finito inviate in Germania.

Ovviamente l’esportazione comporta non solo preparazione e negoziazione, ma anche adempimenti burocratici: è necessario passare attraverso il processo di certificazione obbligatoria, nonché studi che vengono eseguiti non secondo gli standard russi, ma secondo quelli europei, e con caratteristiche specifiche per ogni Paese. L’esportazione diventa così un indicatore non solo della qualità dei prodotti vitivinicoli venduti ma anche un riconoscimento del lavoro politico e amministrativo svolto a sostegno del comparto sia a livello interno che estero.

Ora i produttori del Krasnodar possono ricevere i certificati UE necessari poiché due laboratori di vinificazione sono inclusi nell’elenco ufficiale della Commissione europea.